UNA GESTIONE DINAMICA : il patrocinio

1-IL PATROCINIO



Anche se i metodi di finanziamento sono diversi tra la Francia e l'Italia, si può notare che i due paesi hanno sempre più ricorso al settore bancario, il quale svolge oggi un ruolo filantropico di primo piano.

Con il decentramento, la Francia raggiunse il suo vicino transalpino sviluppando un patrocinio prossimo i settori pubblici,  regionali o privati. Lo Stato non ha più il monopolio della cultura. La cultura non è solo un affare di stato. 

In Francia, nel 2002, Jacques Chirac nel suo discorso sugli obiettivi della riforma del 2003, la legge Aillagon :  "Vengono quindi incoraggiati e coinvolti nella vita culturale tutti gli attori della società civile, comprese le persone fisiche, le associazioni, le fondazioni ".


Il patrocinio per Versailles rappresenta una parte importante delle sue risorse, più o meno tra il 10% e ill 20% del suo bilancio annuale. Nel 2010 esso rappresentava circa 20 milioni di euro, ovvero un quinto del bilancio di Versailles.  Il patrocinio di Versailles è considerato come “indispensabile”, e  copre i doni speciali per contribuire al restauro, il rinnovamento dei mobili e, più spesso, lo sviluppo del campo di Versailles.
Il mecenatismo si sviluppa durante l’inizio del XX secolo, secondo un’idea di Pierre de Nolhac. Attorno a questo conservatore si crea un’associazione di dilettanti : la Société des amis de Versailles (1907). La crazione di quest’associazione è la prima manifestazione di patrocino per Versailles e la prima sottoscrizione per Les amis de Versailles fu di 25 000 franchi. 
Quest’appoggio al castello e al museo si organizza poi con l’andare del tempo e gli evventi storici. Sarebbe la prima forma di patrocinio associativo.

La seconda forma di patrocinio e daltronde la prima forma di patrocino privato, che avviene  a Versailles è dovuta a John D.Rockefeller Jr, che diede 1milione di dollaro alla Francia per il restauro di certi edifici caduti per colpa della Prima guerra mondiale.
Bisogna aspettare il 2003 per vedere apparire un’ultima forma di patrocino : il  patrocino d’impresa. Infatti, con la legge del 2003 le imprese sono più disposte ad investire nel restauro del patrimonio culturale datto che lo Stato francese permette una deduzione del 60% del dono dalla tassa fiscale.
In altri termini, a Versailles, il patrocinio si organizza attorno questi tre poli maggiori : associazione, privato e pubblico (imprese).
La presenza svizzera è assai rilevante in questo mecenatismo privato. La monumentale vasca di Latone del Castello di Versailles è stata restaurata in novembre 2012 ( inizio dei lavori) grazie ad un finanziamento di 8 M €  offerto dalla banca svizzero lombardo Odier.

Un altro fenomeno anche rilevante è il sistema del cosidetto“parrainage”, cioè il donatore riceve in ritorno la possessione del bene acquistato .  Nel 1999 ad esempio, dopo una tempesta, moltissimi alberi furono distrutti. Per rilanciare i lavori, il piano “10 000 alberi per Versailles”,  permetteva di avere in cambio di un dono, un certificato di acquisizione ed un piano permettendo di localizzare l'albero adottato. Su un periodo di quattro anni, più di 2,5 milioni di euro sono stati raccolti (tra i quali 200 000 euro da parte dalla fondazione Bettencourt-Schueller), provvenienti sia da imprese sia da fondazioni. 

Trasformato in museo come il suo vicino francese, il Palazzo Reale di Torino ha visto i suoi dei visitatori passare dal 600mila nel 1993 al 4,3 milioni nel 2012. 
Bisogna allora allargare i fonti di finanziamento, in più dello Stato e del MIBAC.
Si nota allora che i principali mecenati sono l'Associazione degli Amici del Palazzo Reale, la fondazione Compagnia San Paolo.  Come in Francia, il sostegno è fornito dalla Regione, dalla Provincia, dai privati e dalle associazioni. 
In prima fila ci sono le due fondazione di origine bancaria, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo, nerbo finanziario. Uno dei restauro più colossale fu quello dello spostamento della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale, per poter impiantare il nuovo Museo Egizio. Il progetto è stato finanziato per 25 milioni dalla Compagnia San Paolo, su i 50 milioni previsti. 




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